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fiori di pruno selvaticoIL PAZIENTE ONCOLOGICO


DIARIO PAZIENTE ONCOLOGICO

le nostra paura come ostacolo alla diagnosi tempestiva del cancro

Il primo grande ostacolo alla diagnosi tempestiva del cancro siamo noi stessi. Tutti quanti abbiamo avuto familiari che si sono ammalati di cancro, alcuni dei quali purtroppo non sono riusciti a superare la malattia. Poco importa che questo sia successo molti anni fa, quando la ricerca non aveva ancora raggiunto i livelli attuali tanto che patologie incurabili ora sono guaribili. Il fatto di aver avuto questa esperienza diretta negativa ci condiziona in quanto ci tocca nel nostro intimo e ci fa ricordare il senso di dolore ed impotenza provato in quella circostanza. A questo bisogna aggiungere la paura della probabilità di sottoporsi a interventi chirurgici pesanti, cure e pratiche anche invasive, tutti aspetti che ci condizionano pesantemente. La paura di un peggioramento della qualità della vita, la paura di sentire il nostro corpo violato da pratiche invasive, il decadimento fisico, la paura della morte, costituiscono un freno notevole alla diagnosi tempestiva del cancro. Se a questo aggiungiamo l’alea negativa che circonda la parola cancro ci troviamo di fronte ad un quadro che non ne favorisce certo la diagnosi  tempestiva. Nell'immaginario collettivo la parola cancro si collega a questo mostro paragonabile al Kraken di Edgar Allan Poe, che ci ingoia portandoci nel luogo del non ritorno. Meglio allontanare da noi l'amaro calice di una diagnosi infausta e rimandare l'inevitabile! Non basta certamente razionalizzare per superare questa paura atavica. Io stesso ho potuto constatare a posteriori quanto sia stato condizionato da questa visione. Infatti la diagnosi del mio tipo di malattia è avvenuta anni dopo la sua insorgenza, permettendo in questo modo lo sviluppo di una forma tumorale che potrà essere debellata in più tempo e con maggior ricorso ai medicinali, cosa evitabile se solo avessi svolto le necessarie analisi due anni prima. A questo punto potrebbe sorgere spontanea una domanda: ma come facevi a sapere che qualcosa non andava? Non è il cancro silente, subdolo a tal punto che quando si manifesta è già in fase avanzata? Ecco allora che ci troviamo a fare i conti con le nostre paure. Piccoli segnali di malessere emergono sempre, ai quali si accompagna un’intuizione o sesto senso che ci fa passare per la mente, anche se per un attimo, il fatto che qualcosa che non vada ci possa essere. Io personalmente avevo avvertito una strana sensazione di prurito al braccio che mi aveva fatto pensare a problemi al sistema linfatico, che poi è risultato essere stato colpito dal cancro. Le mie paure influenzavano la mia capacità di giudizio e minimizzavo i sintomi tralasciando di approfondire. Alle paure bisogna poi aggiungere le attese negli ambulatori medici! Aspettare due ore per una visita non aiuta certo a superare le nostre resistenze emotive. Non è infatti un caso che abbia iniziato a voler approfondire il mio stato di salute quando ho cambiato residenza e, nell’ambulatorio del medico di base, invece di code di 20 persone davanti a me, ce n’erano al massimo 2!

In conclusione non permettiamo a noi stessi di essere il maggiore ostacolo ad una diagnosi tempestiva del cancro. Non permettiamo alle nostre paure di influenzare la nostra capacità di giudizio. Meglio sottoporsi ad analisi lunghe…code in ambulatori medici, ma con terapie brevi e leggere, piuttosto che permettere che il cancro si sviluppi in modo anche irreparabile.

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